giovedì, settembre 14, 2006

Shiva danza tra Enron e Telecom

di Marco Baldassari

Fusione, contr'ordine: scorporo. Perche' separare Tim da Telecom rete fissa, se la convergenza e' vincente? Perche' viene annunciato dopo l'incontro con NewsCorp? La risposta sta nelle tecnologie. Non basta dire che passando da una societa' di telecom ai media cambiano i fondamentali. Enron ha gia' fatto un disastro una volta e la memoria spero sia ancora fresca. Io me la ricordo meglio del 9/11. La vicinanza di date (era dicembre) ha reso piu' semplice attribuire tutta la responsabilita' al 9/11 ma l'attentato al telecom e' stato dopo.

Voglio dire subito l'eresia: vendere TIM non preclude la convergenza, anzi la accelera. Ormai deve essere chiaro che le societa' che gestiscono il traffico di rete (le telco) non sono altro che utilities come quelle che gestiscono gli elettrodotti e i tubi del gas. Per questo il valore di Telecom e' destinato a scendere: il suo debito e' a corrispettivo di una rete che non vale piu' nulla. Se prima si pagava la connessione a tempo-voce, ora si paga un tanto al bit e allora il valore della connessione sara' minimo per la voce (40kbps) rispetto alla HDvideo (ipotizzando una compressione microsoft WM9 intorno ai 4000kbps) che e' cento volte. Ma che prezzo puo' avere la distribuzione video? Se prendiamo per buono il modello MySpace di NewsCorp, la distribuzione si prende circa il 50% del prezzo della IP venduta. Ha senso? Direi che segue la logica del costo medio della distribuzione del software e della parita' nell'apporto di valore da parte di produttore e distributore. Quindi lo stesso criterio lo possiamo attribuire a qualsiasi traffico sulla rete, che potra' essere remunerata a percentuale del valore scambiato. Allora e' chiaro che conviene (ripaga la rete) maggiormente una proprieta' intellettuale a maggior valore. Se un film appena uscito mi costa 7 euro noleggiarlo, siamo a 3.5 euro per 60*60*4000kbps. La utility che distribuisce i media puo' chiedere circa 6 cent al minuto, ipotizzando di fare i conti su un film di un'ora. Siccome questo determina un prezzo al bit (le regole dovranno consentire il trade di capacita' di banda, in modo tale da consentire a qualsiasi societa' di fare distribuzione, anche se non possiede la rete) si avra' che per un traffico voce il prezzo sara' 100 volte meno. Praticamente 6 cent per cento minuti di conversazione, pari a 2 euro al MB. Questi conti sono considerando la vendita e distribuzione online di contenuti di valore. Si capisce che il costo nudo e crudo di trasmettere il bit deve essere inferiore, in modo da consentire un guadagno a chi compra per fare il distributore di proprieta' intellettuale. Sono i prezzi top che un cliente rende disponibile al distributore per un tot di informazione venduta. La connessione per trasmettere informazione pubblica costa ormai 19 euro al mese con circa 4-6Gbps che porta il prezzo a traffico a valori infinitesimi su rete fissa. Siccome il traffico voce sara' gestibile direttamente dai clienti in P2P su IP (come Skype) si presume che le telefonate voce spariranno dalla struttura del valore per una telco. Non ci vorra' neppure molto.

Per chi non ha dimestichezza con UMTS diciamo a titolo indicativo che i vari contratti fanno pagare 3-6 euro al MB. TIM ha una tariffa flat di 25 euro per 9GB dopo le 17 e una da 20 euro per 500MB in ogni tempo, circa 3 cent per 10MB dopo le 17 e 40 cent per 10MB in ogni tempo.
Il problema e' che UMTS con i suoi 384kbps non consente di vedere HD neppure sullo schermo mezza VGA dei videofonini attuali. Lo consentira' invece HSDPA con 1800kbps ma su mezza VGA. Probabilmente qualche altra tecnologia alle porte consentira' un giorno di vedere i film HD come sulla rete fissa. Siccome quella rete dovra' stare alle stesse politiche di prezzo della rete fissa, valgono gli stessi conti per le telefonate voce. Sui telefonini IP 4G e 5G le telefonate le faro' con skype pagando praticamente zero o al massimo 6 cent per 100 minuti di conversazione.

Questo spiega perche' possiamo dire che ormai l'infrastruttura di rete dei cellulari UMTS ha raggiunto il top della redditivita' possibile, con un 80% di penetrazione del mercato dei telefonini.
Siamo arrivati al momento in cui sappiamo che il valore di TIM e' al massimo e vale circa 40 miliardi. Sappiamo anche che la rete dovra' essere rifatta completamente per sostenere i requisiti di una media company. Tanto vale vendere, per ricavare 40 miliardi cash che guarda caso sono pari al debito di Telecom, che in un colpo solo si ritrova senza problemi finanziari e senza una tecnologia di rete che ormai ha dato il suo massimo ritorno.

Infatti la convergenza si dovra' realizzare su una infrastruttura di rete completamente nuova, per gestire una piu' alta capacita' per portare i video HD ovunque. Il cellulare come lo conosciamo e' destinato a sparire perche' sara un terminalino IP mobile, collegato wifi o wimax o 4G o come sara' nel futuro. Non si faranno piu' telefonate a un numero di telefono, ma si chiamera' direttamente l'indirizzo IP magari in IPv6 che era stata fatta apposta.

Il valore di una azienda distributrice e' data dai clienti che ha raggiungibili. Questi sono per la maggioranza utenti sia di rete fissa che di rete mobile. Vendere TIM non significa necessariamente perdere tutti i clienti, perche' molti rimarranno agganciati. Il futuro di Telecom e' Alice/Myspace, con una nuova generazione di cellulari IP. A quel punto Alice/MySpace o equivalenti di Google/Bay o Apple/Disney potrebbero diventare le borse del mercato del futuro. Con una piattaforma di rete logistica totalmente integrata, nulla vietera' di fare la spesa sul cellulare comprando direttamente dal contadino, dalla val Brembana alla val Pellice con le mele di val di Non e la mozzarella pugliese fresca di giornata. Perche' - ricordiamocelo - se la tecnologia non soddisfa il palato, non serve a nulla.