martedì, settembre 05, 2006

Dal produttore al consumatore

di Marco Baldassari

MySpace col suo annuncio di vendere online musica mp3, diventa una forza distruttiva del mercato. In un sol colpo si pone in competizione con gli online music store, con le major discografiche i cui brani sono rivenduti, e sopratutto con il destestato formato protetto da sistemi di DRM, che limitano drasticamente la possibilita' di trasferire i brani acquistati da un sistema all'altro.

Nasce la piazza dove l'artista-produttore potra' offrire direttamente a tutto il mondo la sua musica in formato mp3 senza DRM. Una volta acquistato e scaricato, il file potra' essere copiato ovunque. Se MySpace sara' in grado di garantire revenue consistenti ai nuovi artisti, potrebbe andare in crisi il sistema discografico tradizionale.

MySpace Music nasce come publisher, dove gli artisti possono pubblicare direttamente la musica e gestire in automonia il loro spazio di comunicazione con il mondo. Nel 2005 MySpace è stato il sito Internet più visitato d'America e questo successo potrebbe agire da volano per il lancio del nuovo servizio. "Prima della fine del 2006 - ha precisato DeWolfe - MySpace darà a band indipendenti che non hanno ancora contratti con case discografiche la possibilità di vendere sul sito la loro musica". Gli artisti potranno raggiungere un mercato mondiale ovunque si trovino, con una ottima opportunita' che si apre anche per la musica italiana di qualita' competitiva.

Tre milioni di gruppi hanno già manifestato il loro interesse per il servizio. MySpace è l'ultima società in ordine di tempo a cercare di avere la meglio sul music store iTunes di Apple Computer, ma a differenza di molte altre start-up rivali può già contare su 106 milioni di utenti, e ha il sostegno della società madre News Corp. di Murdoch.

"L'obiettivo è di diventare uno dei maggiori music store digitali - ha detto il co-fondatore di MySpace Chris DeWolfe - Tutti quelli con cui abbiamo parlato vogliono davvero un'alternativa a iTunes e iPod. MySpace potrebbe essere l'alternativa". Infatti la musica sara' in formato mp3 non protetto e quindi liberamente ascoltabile su qualsiasi dispositivo con codec mp3.

Sara' interessante osservare come potranno evolvere le strategie di prezzo e del modello di vendita, in funzione dei risultati che potranno offrire ai produttori-artisti. Questi dovranno escogitare tecniche di viral marketing per rendere noti i propri brani al pubblico. MySpace e' la prima piazza di libero scambio tra produttori e consumatori che potrebbe fornire nuovi modelli di vendita anche per altri prodotti immateriali: ebooks, software, video il cui valore potrebbe essere calcolato un giorno in funzione di quanti nel mondo utilizzano l'informazione in un dato periodo di tempo.

Il rischio e' che con la autoproduzione e la distribuzione diretta venga a mancare la capacita' finanziaria di produrre e lanciare un prodotto di alta qualita', ma le tecniche di viral marketing consentono di rendere nulli i costi di vendita se il prodotto e' di qualita', incentivando dunque produttori indipendenti. Chi sta piu' vicino al cliente - MySpace - potra' sempre investire su prodotti che aumentano il valore dell'intero sistema. Oltre alle scontate classifiche, il portale puo' proporre musica simile a quella piu' ascoltata o simile a quella di amici con gusti simili, come gia' ora fanno realnetwork rhapsody e yahoo music. Tramite News Corp MySpace potrebbe anche vendere direttamente i diritti ai vari canali broadcast del futuro (telefonino e broadband) oltre che alla televisione tradizionale.

Le major riusciranno a proteggersi con startup come ViralFrog per portare online direttamente la loro produzione? Sara' interessante mettere a confronto il modello di vendita di MySpace - con mp3 non protetti infinitamente copiabili - e quello di ViralFrog che fornira' musica gratis in cambio di pubblicita', sovrapponendosi quindi ai canali broadcast tradizionali.

Ho la sensazione che in questo oceano di offerta sara' vincente un meta-sistema di aggregazione che consentira' all'utente di gestire l'informazione in funzione dei propri gusti, in cambio di pubblicita' utile non invasiva (permission marketing) con un sistema di remunerazione soddisfacente per ciascun produttore indipendente di contenuti. La televisione del futuro, insomma.