lunedì, novembre 05, 2007

lotteria cinese. prima al mondo

Tgfin - PetroChina batte Exxon

PetroChina ha infatti capitalizzato una cifra pari a circa un trilione di dollari (il trilione equivale a mille miliardi), distanziando di parecchio la Exxon che sulla base del prezzo di chiusura del titolo di venerdì scorso a New York vale 488 miliardi di dollari.

Gli analisti considerano comunque eccessivo l'entusiasmo degli investori cinesi e l'andamento del titolo nella più "matura" Borsa di Hong Kong, dove il titolo ha segnato un ribasso del 6,63%, sembra dar loro ragione. Tra l'altro su quella piazza, sottolinea il "Financial Times" online, PetroChina vale solo 420 miliardi di dollari, e cioè meno della Exxon.

nella prima metà del 2007, l'utile netto del gigante cinese è stato di 10,9 miliardi di dollari, contro quello di 19,5 miliardi della Exxon. In Cina, ricorda Dong Yong, anche lui analista a Shanghai, "il settore petrolifero è controllato dallo Stato e se Pechino decide di non aumentare i prezzi dei prodotti petroliferi, gli attuali prezzi del greggio diventeranno un fattore negativo per la PetroChina, che è anche fortemente impegnata nella raffinazione".

La scorsa settimana le autorità cinesi hanno aumentato i prezzi di vendita dei prodotti petroliferi fino al 10% (9,1% per la benzina, 9,9% per il diesel) riducendo così le perdite per le compagnie petrolifere cinesi, che comprano larga parte del loro petrolio sul mercato internazionale, dove l'oro nero ha toccato il prezzo record di 96 dollari al barile, e lo devono rivendere a prezzi controllati dallo Stato.

Nelle scorse due settimane questa situazione aveva portato a una scarsità di prodotti petroliferi sul mercato, dovuto soprattutto al fatto che le piccole raffinerie hanno smesso di produrre. Cinque province (compresa quella di Shanghai) sono state costrette a ricorrere al razionamento. Non è chiaro se l'aumento dei prezzi sia sufficiente a convincere la compagnie a produrre o a importare più petrolio, mettendo così fine alla scarsità.

Le preoccupazioni riguardano in generale l'andamento della Borsa di Shanghai, che ha oggi cento milioni di conti registrati. La massiccia crescita economica degli anni scorsi ha infatti creato nel pubblico un'euforia che ha portato a un boom che non sembra conoscere soste. Gli analisti rilevano prima di tutto che il mercato cinese è ancora isolato da quello internazionale perchè la valuta locale, lo yuan, non è convertibile e perchè gli investimenti degli stranieri sono ancora sogetti a forti limitazioni. Inoltre, aggiungono, i dati sul reale andamento delle compagnie sono disponibili solo raramente e le decisioni di investimento vengono prese su basi incerte.

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viene un dubbio: che sia imminente una rivalutazione corposa dello yuan?

vista la crescita del mercato interno cinese, sarebbe un modo per rallentarlo.